alazzo Tabarelli, situato in Via Oss Mazzurana 63, rappresenta uno dei migliori saggi dell’architettura rinascimentale del centro storico di Trento. Edificato su preesistenze medievali tra il 1512 e il 1527 come residenza della nobile famiglia Tabarelli de Fatis di Terlago, si contraddistingue per l’imponente facciata in bugnato rustico in pietra bianca e rosata, elemento unico negli edifici cinquecenteschi della città. Detto anche “Palazzo dei Diamanti” per la sua facciata policroma rilucente di diamantini riflessi, con medaglioni in pietra dove sono scolpiti i profili di 22 personaggi storici locali (tra cui Bernardo Cles, Massimiliano I, Carlo V, imperatori romani), opera di del veronese Alessio Longhi, che ha anche realizzato la loggia del Castello del Buonconsiglio e la Pila dell’acqua Santa in duomo a Trento. Sei dei profili furono invece aggiunti alla fine del Settecento, quando venne ultimata la parte superiore della facciata.
Palazzo Tabarelli a Trento è un prezioso scrigno storico, architettonico e artistico che nell’area archeologica sotterranea tracce di strutture abitative della Tridentum antica e di età altomedievale risalenti al I sec. a. C.-XI – XII sec. d.C., venute alla luce duranti i lavori di restauro tra gli anni 70-80 del ‘900.
Nella corte interna del palazzo si trova una splendida loggia rinascimentale interna, alle sale superiori riccamente ornate.
La costruzione di palazzo Tabarelli ebbe inizio verso il 1511 per volontà del canonico Antonio Tabarelli e venne affidata ad Alessio Longhi. I lavori, varie volte interrotti, furono da ultimo ripresi nel 1791 con il conte Domenico Tabarelli. Se la parte esterna del palazzo ha conservato praticamente intatta nel tempo l’antica magnificenza, l’interno si è via via sempre più trasformato e degradato. Molti ambienti vengono adattati alle più varie funzioni: appartamenti di affitto sui diversi piani, sale di spettacolo, caffè, ristoranti, negozi. Si alterano scalinate, passaggi, pianerottoli, androni e si copre con aggiunte indecorose il cinquecentesco cortile interno, caratterizzato da una serie di archi e di decorazioni somiglianti a quelli della loggia dell’Alessi al castel del Buonconsiglio. Oggi fortunatamente un intelligente e provvido restauro sta lentamente riportando palazzo Tabarelli agli antichi splendori

Il palazzo Tabarelli tramanda ai posteri il nome, o meglio, il soprannome di una illustre famiglia nobiliare di Terlago. Il suo capostipite sarebbe un personaggio di nome Fato, morto nel 1307, il quale faceva parte dei “liberi milites” che vantavano una comune proprietà su castel Terlago (domus de Trilaco). Così i discendenti di Fato di Trilaco si chiamarono “de Fatis” per distinguersi da altri signori di Terlago. Col nipote di Fato, Paolo, soprannominato “il tabarello” per via di un tipico tabarro da lui abitualmente usato, viene anteposto a “de Fatis” il soprannome di Tabarelli.
Tommaso Paolo Tabarelli de Fatis è l’iniziatore del ramo della famiglia fiorito a Trento. Sue sono le iniziali “T.H.O.F.T.” incise nel concio di chiave di uno dei portali di palazzo Tabarelli. Tommaso Paolo è anche il capostipite del ramo Tabarelli de Fatis di Vigolo Vattaro. Ma è il figlio di Tommaso Paolo, Antonio, giurisperito e canonico, l’iniziatore della costruzione del palazzo Tabarelli. La figura araldica principale dello stemma Tabarelli de Fatis, un veltro nero in campo d’argento, è ripetutamente scolpita nel marmo sia a palazzo Tabarelli che al maniero di Vigolo Vattaro
